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Convegno di FEDERCOMIN, ASASpazio e SAT Expo "SPACE ECONOMY"
(Comunicato stampa del 25 maggio 2004)


Dallo spazio alla terra: l'uso dei satelliti per la competitività del Sistema-Italia

 

Il ruolo dell'industria dello Spazio nel Sistema-Italia, e le politiche per sviluppare questo settore strategico, sono stati al centro del Convegno, promosso da Federcomin, ASASpazio, SAT Expo, che si è svolto oggi a Roma presso il Ministero delle Attività Produttive.

Dopo il saluto di apertura del Ministro Antonio Marzano, il Presidente di Federcomin Alberto Tripi ha detto tra l'altro "Nel 2003 il mercato mondiale dell'industria spaziale ha raggiunto un valore di circa 88 miliardi di dollari.

Oggi gli USA costituiscono il principale attore sulla scena globale, sia in termini di domanda istituzionale interna (da sola rappresenta oltre il 60% della domanda mondiale, esclusi i servizi) sia in termini di offerta (le principali aziende USA coprono oltre il 50% del mercato industriale). L'Europa è partita in ritardo, recuperando solo in parte il gap.

Nonostante le prospettive di sviluppo tecnologico il settore attraversa una fase molto delicata: in Europa si registra una diminuzione del mercato dell'11% e del 4,3% dell'occupazione.

Questa situazione - ha continuato Tripi - deve indurre a cercare nuove risorse poiché l'uso dei satelliti rappresenta un asset strategico per lo sviluppo dell'ICT e per le ricadute positive a tutti i livelli della società italiana.

Il vero problema di questo settore non è rappresentato da un'irreale esplosione di incentivi e di contributi a pioggia, ma, ad esempio, da una decisa riqualificazione della spesa pubblica che sia capace di ridare fiato agli investimenti. Chiediamo - ha detto ancora Tripi - un salto di qualità nelle politiche perseguite fino ad oggi, che consentano, ai molti rami della Pubblica Amministrazione di diventare finalmente utenti delle infinite applicazioni e dei servizi che l'industria dello spazio può offrire al Paese".

Il Presidente di Federcomin ha così concluso il suo intervento: "I caposaldi di una nuova strategia competitiva sono quattro: riqualificazione della domanda, difesa dell'eccellenza tecnologica, partecipazione alla politica europea, nuovo ruolo dell'Agenzia Spaziale.
Quest'ultima svolge un ruolo fondamentale per garantire la massa critica di risorse ad elevatissima specializzazione del settore, e la presenza in ambito europeo e internazionale. In questa strategia giocano una parte decisiva le grandi imprese e le piccole-medie imprese, dove ancora sono presenti nicchie di elevata competenza".

Nel corso del Convegno - al quale hanno partecipato numerosi rappresentanti delle imprese e delle Istituzioni - è intervenuto Luigialberto Ciavoli Cortelli, presidente di ASASpazio, l'Associazione recentemente costituita in Federcomin, il quale ha sottolineato il ruolo delle applicazioni e dei servizi spaziali "che - ha detto - per la contiguità con gli utenti contengono un'importante potenzialità di sviluppo - non ancora sufficientemente espressa - per il settore e, in generale, per l'innovazione tecnologica del Paese. Le imprese associate in ASASpazio si pongono l'obiettivo di presentare con forza all'utenza pubblica le nuove opportunità rappresentate dall'utilizzo delle applicazioni e dei servizi spaziali".

Il presidente di SAT Expo, Paolo Dalla Chiara, ha sottolineato che "L'economia che genera investimenti nel settore spaziale deve, per sostenersi, essere rivolta al mercato. Nel mercato spaziale, i business della TV e della trasmissione dati via satellite, che in dieci anni SAT Expo ha contribuito a promuovere, si sono sviluppati senza alcun aiuto esterno, generando un'importante domanda e contribuendo alla crescita di tutti i segmenti della filiera, dall'industria dei satelliti e dei lanciatori alla produzione editoriale, dall'elettronica di consumo ai servizi, fino alle ricadute sugli artigiani e sugli installatori, una comunità che anche quest'anno dal 30 settembre al 2 ottobre si dà appuntamento a SAT Expo. Oggi ci ritroviamo con ASASpazio per ribadire il comune obbiettivo di arrivare al mercato, guardando al settore pubblico in qualità di generatore di domanda di innovazione, compresa quella dei servizi e delle applicazioni spaziali".


Roma, 25 maggio 2004


 

 

Convegno FEDERCOMIN - ASASPAZIO - SAT EXPO

Space Economy

Dallo spazio alla terra: l’uso dei satelliti

per la competitività del Sistema Italia

 

Roma, 25 maggio 2004

Paolo Dalla Chiara – presidente di SAT Expo

Per essere in grado di sostenersi, l’economia che genera investimenti nel

settore spaziale deve arrivare al mercato.

SAT Expo è, a suo modo, un esempio emblematico. Qualsiasi fiera nasce in

risposta a una domanda di mercato, nel nostro caso si tratta delle

telecomunicazioni via satellite: un’avventura iniziata assieme ad Eutelsat e

pochi altri, che riguardava in particolare la TV via satellite, allora agli albori.

SAT Expo ha oggi l’opportunità di fare il consuntivo di più di dieci anni di

attività, impegnati a esplorare la domanda e a trasformare le esigenze di

servizi e di collegamenti via satellite in opportunità per gli operatori.

In questo mercato abbiamo assistito all’abbassamento della soglia di accesso

alle tecnologie, le abbiamo presentate, sia con momenti espositivi che

convegnistici, contribuendo perciò a generare un ciclo economico ampio e

ancora in crescita.

Il business della TV via satellite si è rivelato quello che più di tutti è stato in

grado di generare una fortissima domanda dal basso e di determinare una

solida crescita in tutti i segmenti della propria filiera: dall’industria dei satelliti

e dei lanciatori, quindi le tecnologie avanzate che hanno generato e generano

altra innovazione, alla produzione editoriale, quindi ampliamento dell’offerta di

contenuti e, in ultima analisi, crescita culturale; dall’elettronica di consumo ai

servizi, fino alle ricadute sulle impese artigiane ed i tecnici installatori.

Tutto ciò è il frutto di un sistema che ha trovato e trova risorse e punti di forza,

sia pure a fatica, solo all’interno del proprio mercato, senza alcun contributo o

incentivo di sorta.

Quando SAT Expo ha aperto i battenti, la TV satellitare era analogica. Il

satellite comprendeva già i servizi di trasmissione dati, realizzati con apparati

costosi e accessibili praticamente solo alla grande impresa. Nel 1996 è arrivata

la TV digitale e abbiamo visto comunque un aumento della domanda per la

capacità di trasmissione per TV e dati. Oggi anche la trasmissione dati

bidirezionale a banda larga via sat si appresta a varcare la soglia del prodotto

consumer ed è, sicuramente, già accessibile ad ogni piccola e media impresa.

Prova ne sia il fatto che l’anno scorso Eutelsat ha impiantato a Torino la più

grande hub europea per questo tipo di servizi, Skylogic Italia, che offre

terminali dati satellitari al costo di una fotocopiatrice. Grazie al satellite il

servizio è accessibile ovunque e, soprattutto, sono accessibili i prezzi. A ruota

un servizio analogo è stato inaugurato da Telespazio: sembra dunque essere

questa la nuova frontiera delle telecomunicazioni via satellite.

Nel cassetto lo spazio ha ancora molto, dall’osservazione della Terra alla

navigazione.

ASA Spazio nasce con l’intento di dare al settore una prospettiva in cui esso

sia, ancora, in grado di sostenersi. E questa è anche la ragione dell’azione

comune di ASA Spazio da una parte e di SAT Expo dall’altra : sfruttando tutte

le possibili sinergie.

Per moltissime applicazioni spaziali un fattore determinante sarà l’interesse del

settore pubblico, non già per ottenere scampoli di finanziamenti da un bilancio

sempre più ristretto, quanto per tornare a sensibilizzare il settore pubblico

quale primo destinatario dei prodotti e dei servizi spaziali. Guardiamo quindi al

pubblico nella sua veste di attore di mercato, in qualità di generatore di

domanda di innovazione e quindi di servizi a grande valore aggiunto, come

quelli spaziali.

Per innescare una crescita reale delle nuove applicazioni, in grado di ampliare e

sostenere la Space Economy italiana, basta che finalmente il settore pubblico si

accorga dell’efficienza che tali servizi possono dare alla nostra P.A.

 

 

Convegno

FEDERCOMIN ASASPAZIO SATEXPO

Space economy

“Dallo spazio alla terra: l’uso dei satelliti per la

competitività del Sistema Italia”

Roma, 25 maggio 2004 (ore 9,30)

Ministero Attività Produttive

 

Alberto Tripi

Presidente Federcomin

 

Desidero ringraziare il Ministro Marzano sia per la sua presenza al nostro

Convegno, promosso da Federcomin, Asaspazio e SAT Expo, sia per

l’ospitalità offertaci.

Ringrazio i numerosi altri ospiti per il contributo che arricchirà il dibattito sul

tema della Space economy e il giornalista Giovanni Caprara nella sua

veste di moderatore.

Come ha detto il presidente Ciavoli Cortelli, la costituzione di ASASpazio

rappresenta un atto importante perché la nuova Associazione, che riunisce le

maggiori imprese operanti nello sviluppo dei servizi e delle applicazioni

basate sulle tecnologie spaziali, contribuirà alla valorizzazione delle

imprese italiane legate allo spazio e alla definizione di una politica

industriale di un settore che svolgerà un ruolo di importanza crescente nel

settore delle comunicazioni e dell’innovazione tecnologica.

Secondo dati di Euroconsult, il mercato spaziale mondiale ha raggiunto nel

2003 un valore complessivo di circa 88 miliardi di dollari.

Ma nonostante le prospettive di sviluppo tecnologico, il settore attraversa una

fase molto delicata: diminuzione, nel 2003 a livello europeo, di oltre l’11% del

mercato, contrazione di occupati pari al 4,3%.

Non è quindi sorprendente che le nostre più importanti industrie spaziali

abbiano dovuto avviare programmi di risanamento e di riduzione di

personale.

Manca ancora in Italia una politica e una programmazione che consenta di

pianificare gli investimenti che in questo settore richiedono una visione di

medio - lungo termine.

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Il settore spaziale è certamente un asset strategico sia per il “Sistema Italia”

sia per il “Sistema Europa”. Questo ha un “costo di sistema” che implica

l’individuazione di modelli differenti da quelli ”tradizionali” per misurare il

ritorno degli investimenti.

I dati economici relativi al settore spaziale mostrano che, a livello mondiale,

gli investimenti pubblici rappresentano la parte largamente preponderante del

finanziamento delle attività spaziali. Per questo motivo le istituzioni civili, e

segnatamente le Agenzie Spaziali, rappresentano un elemento senza il quale

in Europa, ed in particolare in Italia, è difficile “fare spazio”.

Secondo le previsioni, per il prossimo triennio, anche nell’ipotesi di recupero

del pregresso in termini di investimento, la situazione complessiva non

consente ottimismo circa la possibilità di nuove iniziative.

Questa è una situazione critica per l’intero sistema spaziale italiano

(istituzionale, scientifico ed industriale), che dovrebbe attivarsi affinché le

risorse che il Paese dedica alle attività spaziali siano adeguate e creino

positive ricadute a carattere sociale, di sicurezza, di difesa e di miglioramento

della qualità della vita.

* * *

Ciò che oggi vogliamo sottolineare verso chi si preoccupa di innovare e di

guidare il Sistema - Italia è la ricaduta positiva e il ruolo trasversale che le

attività delle industrie dello spazio giocano nell’economia e nello sviluppo

della Società.

Lo spazio rappresenta una dimensione con caratteristiche uniche, e può

essere messo al servizio di numerosi obiettivi e di molte politiche.

Oggi quella spaziale è una tecnologia matura.

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L’Italia ha in questo settore una tradizione di esperienze e di successi che

possono essere messi al servizio della crescita dell’economia e di tutta la

società: le comunicazioni, l’ambiente, i trasporti, le attività produttive, la

scuola, la qualità stessa della vita trovano un’infinità di risposte e di strumenti

innovativi nello sviluppo delle attività spaziali.

E’ questa la sfida che dobbiamo portare avanti per far capire a tutti che

parlare di satelliti vuol dire parlare di cose concrete e di problemi che fanno

parte di un futuro che ormai è entrato nella nostra vita quotidiana.

Di questo futuro le imprese sono gli attori principali.

E lo sono come attori che soffrono la criticità della più lunga stagnazione del

dopoguerra, ma che non aspettano provvidenze miracolistiche.

Il vero problema, infatti, di questo settore non è rappresentato da un’irreale

esplosione di incentivi e di contributi a pioggia, ma da una decisa

riqualificazione della spesa pubblica che sia capace di ridare fiato agli

investimenti.

Chiediamo un salto di qualità nelle politiche perseguite fino ad oggi, che

consentano ai molti rami della Pubblica Amministrazione di diventare

finalmente utenti delle infinite applicazioni e dei servizi che l’industria dello

spazio può offrire al Paese.

E’ importante individuare una “catena del valore” che leghi l’attività delle

imprese a un mercato che sa indicare e fare proprie, attraverso nuove

opportunità, le risorse di eccellenza e di competenza di questo comparto

industriale.

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Se vogliamo restare nel novero delle potenze industriali e se vogliamo

consentire all’innovazione di “fare sistema” dentro la realtà industriale del

Paese, dobbiamo difendere a tutti i costi questa che è una delle principali

soglie di avanguardia tecnologica.

E lo dobbiamo fare con un’ottica e una partecipazione sempre più efficace, ai

programmi europei.

Oggi gli USA costituiscono il principale attore sulla scena globale, sia in

termini di domanda istituzionale interna (da sola rappresenta oltre il 60%

della domanda mondiale, esclusi i servizi) sia in termini di offerta (le principali

aziende USA coprono oltre il 50% del mercato industriale).

L’Europa è partita in ritardo, recuperando solo in parte il gap.

L’Europa ha sviluppato le sue capacità su due piani paralleli, quello

nazionale, determinando sia una pluralità di soggetti promotori (Agenzie

Nazionali) che di attori industriali, e quello continentale, favorendo lo

sviluppo dei grandi programmi infrastrutturali intorno all’Agenzia Spaziale

Europea.

La definizione dell’assetto istituzionale dello spazio europeo troverà

certamente una spinta con il previsto inserimento dello Spazio tra le materie

dei trattati Europei, nell’ambito della Convenzione in fase di formulazione, e

di conseguenza con il nuovo ruolo che assumerà la UE quale soggetto

politico in campo spaziale nei diversi settori di applicazione.

L’ambito spaziale europeo appare caratterizzato, da un punto di vista

istituzionale, da una fase di transizione che riguarda la responsabilità della

politica spaziale europea, prima di fatto formulata autonomamente da ESA,

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ed oggi con un ruolo crescente, se non addirittura preminente, della

Commissione.

In conclusione, vorrei richiamare il ruolo che in questo scenario può svolgere

l’Agenzia Spaziale Italiana.

Dall’Agenzia Spaziale Italiana (ASI) dipendono lo stato di salute del

nostro sistema spaziale, la sua possibilità di presenza in ambito europeo

ed internazionale, e la possibilità di tenere in attività la massa critica di

risorse ad elevatissima specializzazione del settore.

Riqualificazione della domanda, difesa dell’eccellenza tecnologica,

partecipazione alla politica europea, nuovo ruolo dell’Agenzia Spaziale: sono

questi i caposaldi di una strategia competitiva.

In questa strategia – che chiama in causa investimenti significativi – giocano

una parte decisiva sia le grandi imprese che le piccole e medie aziende,

dove ancora sopravvivono nicchie di elevata competenza.

Fare rete” e “fare sistema”: tra tutte queste realtà è l’unica strada per “fare

spazio”, per portare nella Società che cambia quel tasso di innovazione che

distingue un Paese moderno da un Paese in declino.

Le imprese italiane, con la costituzione di un’Associazione di categoria che

raccoglie i principali operatori del settore, dimostrano la loro volontà nel fare

sistema e nel cercare in tutti i modi di risollevare questo mercato in Italia.

E non vogliamo essere un Paese in declino!

 

 

 

 

 

 

 



                                                                                                    

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